Curare le ferite

Come curare una ferita aperta

Chiara Perretti
Di Chiara Perretti. Aggiornato: 16 gennaio 2017
Come curare una ferita aperta
Immagine: seg-social.es

Per imparare a curare una ferita aperta è importante sapere che le cure da applicare saranno diverse a seconda del colore, del danno allo strato della pelle, la presenza di essudato, le dimensioni della ferita, la temperatura, tra altri segni importanti durante la valutazione. Inoltre, nella maggior parti dei casi è necessario che sia un'infermiera o uno specialista a svolgere le cure. Ecco perché su unCome.it ti spieghiamo come curare una ferita aperta secondo lo stado in cui si trova.

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Sommario

  1. Lesioni di I grado
  2. Lesioni di II grado
  3. Lesioni di III grado
  4. Lesione IV grado

Lesioni di I grado

È una fase in cui in realtà non c'è una ferita aperta ma è importante sapere che dopo l'apertura di un eritema cutaneo, infiammazione superficiale della pelle caratterizzata da macchie rosse, che non impallidisce con la pelle intatta può innescare l'apertura della pelle, una ferita di II grado.

Per questo, si consiglia il lavaggio della pelle con siero fisiologico e l'applicazione di un bendaggio trasparente e extra-fine che consenta di vedere l'evoluzione della zona. Può essere lasciato per 3 giorni se non si notano cambiamenti nella pelle. Si possono utilizzare, anche, acidi grassi iper-ossigenati sotto forma di olio sulle prominenze ossee suscettibili di eritema.

Lesioni di II grado

È la perdita parziale di spessore della pelle all'epidermide e/o al derma. Le cure da seguire in questo stadio della ferita aperta sono: lavare con siero fisiologico, asciugare una garza sterile e rimuovere le cancrene se presenti, cioè la parte morta della pelle.

Una volta pulita l'ulcera, applica bende idrocolloidi che favoriscono la pulizia rapida della ferita e assorbono l'eccesso di essudato. Si possono applicare creme che favoriscono la crescita della pelle. È possibile che la ferita richieda lo sbrigliamento enzimatico, vale a dire sezionare con uno strumento tagliente tessuti fibrosi che, producendo strangolamento, possono causare una cancrena.

Lesioni di III grado

È la perdita totale dello spessore della cute che comporta lesioni o necrosi del tessuto sottocutaneo. Si considera un'ulcera senza cancrene (pulita) e si cura nel seguente modo: lavare l'ulcera con siero fisiologico, asciugare con una garza sterile, applicare una pomata che stimoli la granulazione ed epitelizzazione dell'ulcera.

Dopo questi passi occorre coprire l'ulcera con una benda idrocolloide o un idrogel. È possibile che la ulcera contenga cancrene e, in un grado III, occorre seguire le cure determinate nel punto successivo.

Lesione IV grado

È la perdita totale dello spessore della pelle con distruzione estesa, necrosi del tessuto o lesione del muscolo, ossa o strutture di sostegno. Si tratta di un'ulcera con cancrene o tessuto necrotico che innanzitutto occorre lavare con siero fisiologico, dobbiamo poi sbrigliare meccanicamente la ferita per eliminare il tessuto devitalizzato.

Dopo lo sbrigliamento può darsi che rimanga ancora tessuto necrotico o cancrene per cui occorre applicare un gel con attività sbrigliante (per esempio iruxol mono) per continuare a eliminare il tessuto privo di vita. Se, dopo lo sbrigliamento meccanico il fondo è pulito, occorre agire come un'ulcera di III grado. Bisogna sempre applicare una fasciatura conforme all'essudato e dimensioni dell'ulcera.

Questo articolo è puramente informativo, in unCOME non abbiamo la facoltà di prescrivere nessuna cura né realizzare alcun tipo di diagnosi. Ti invitiamo ad andare dal medico nel caso in cui presenti qualsiasi tipo di malessere.

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2 commenti
Sua valutazione:
antonella
molto interessante grazie
livio romeo
Come riuscire a far formare una crosta che poi cadrà per dar posto alla pelle, se ogni volta che le fasciature vengono tolte si stacca anche la crosta, con conseguente fuoriuscita di sangue?
Immagine: seg-social.es
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